GEOGRAFIA E MISTERO
Marina Ballo Charmet e Stefano Cagol
1 – 20 settembre 2025
Museo Greco-Romano, Alessandria, Egitto
L’Istituto Italiano di Cultura a il Cairo, con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero Italiano della Cultura, e in collaborazione con Art Art d’Égypte presenta ad Alessandria d’Egitto presso il Museo Greco – Romano la mostra a cura di Alessandro Castiglioni Geografia e Mistero, dedicata all’opera fotografica di Marina Ballo Charmet e Stefano Cagol.
La mostra è parte del programma di dialogo culturale “Tales of Two Cities”, che ha visto, tra le varie attività, in Italia la realizzazione di uno screening program presso il Museo MA*GA di Gallarate nel luglio 2025.
Il progetto espositivo, nato dopo un lavoro di ricerca svolto in Italia e presso la Bibliotheca Alexandrina in Egitto, mette in dialogo due protagonisti della fotografia italiana contemporanea, Marina Ballo Charmet e Stefano Cagol, con la geografia fisica ma anche le tracce del passato e le scoperte archeologiche che intrecciano passato e futuro del Mediterraneo. Questo all’interno di una grande istituzione museale, nata nel 1891 grazie all’egittologo italiano Giuseppe Botti, interamente dedicata al dialogo mediterraneo e all’identificazione di Alessandria come crocevia imprescindibile del mondo greco e ancor più romano, fino all’avvento della cristianità copta.
La mostra prende le mosse da questa specificità storica in cui la fotografia diviene un ponte che attraversa il tempo e intreccia questioni storiche a dinamiche ambientali e climatiche.
Come scrive il curatore Alessandro Castiglioni: “Una particolare caratteristica dell’opera di Ballo e Cagol è la capacità di investigare i luoghi, la loro storia, identità e natura. Questo progetto, pensato per il grande spazio espositivo all’ultimo piano del Museo Greco-Romano di Alessandria, prende spunto da questa considerazione, lasciando spazio ad un’analisi geografica più ampia poiché nel nostro presente le scienze e le pratiche geografiche assumono un significato del tutto nuovo. Non vi è solo un discorso di rappresentazione e documentazione, ma la pratica geografica si afferma come una pratica di consapevolezza del mondo, di conoscenza: è un atto di scoperta e di amore. Non stiamo parlando di una geografia positivistica e assertiva ma di un progetto che attraversa i limiti della capacità di conoscere e non conoscere. Dello stupore di fronte alla storia, alla natura, al visibile e all’invisibile. Da qui il titolo Geografia e Mistero”.
La mostra, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura a il Cairo è realizzata grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, nell’ambito dell’Avviso pubblico per la promozione della fotografia contemporanea italiana all’estero e vede la collaborazione del Consolato Onorario d’Italia ad Alessandria d’Egitto.
Biografie
Marina Ballo Charmet è una tra le più importanti fotografe italiane viventi. Dopo la laurea in filosofia si specializza in psicologia e psicoanalisi infantile e lavora come psicoterapeuta nella città in cui ha sempre vissuto, Milano. Da metà anni ottanta si dedica alla ricerca fotografica e artistica. Suo soggetto privilegiato è il quotidiano, il “sempre visto” che lei stessa definisce “il rumore di fondo della nostra mente”. Adotta uno sguardo caratterizzato da mobilità percettiva e dal fuori fuoco, laterale o dal basso – tipico della condizione infantile – che restituisce una visione fluttuante, una percezione periferica legata al nostro preconscio. Tra le istituzioni che hanno ospitato il suo lavoro si ricordano Il Castello Sforzesco a Milano, Il Museo degli Innocenti di Firenze, La Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia, La Triennale di Milano, Storefront for Art and Architecture a New York, MAXXI a Roma, CCCB, Centre de Cultura Contemporània de Barcelona, Fotomuseum Winterthur, Canadian Center of Architecture, Montréal. Ha partecipato alla XII Biennale di Architettura di Venezia nel 2010 e alla XLVII Biennale d’Arte di Venezia nel 1997. Attualmente è rappresentata dalla Galleria Il Ponte di Firenze.
Stefano Cagol è artista, ricercatore e curatore. Caratterizza il suo lavoro attraverso un percorso d’indagine a lungo termine, in cui la dimensione del viaggio, delle pratiche performative e dei linguaggi fotografici e video concorrono al racconto geopolitico di luoghi ed esperienze. Nel corso della sua attività̀, in molteplici opere, progetti di ricerca ed esposizioni, ha considerato le dinamiche di movimento, di politica, di significato della geografia fisica e politica, di questioni quali i confini, l’energia, l’acqua, e il rapporto, più ampio, tra natura e cultura, in dialogo con artisti, curatori e teorici tra cui si ricordano Jan Hoet, Veit Loers e Timothy Morton.
Cura progetti di ricerca per istituzioni come il MUSE di Trento ed è direttore artistico di Castel Belasi, centro d’arte per il pensiero ecologico nelle Alpi. È vincitore dell’Italian Council 2023 e 2019 e dei premi Visit di E.on Stiftung e Terna. Ha partecipato con diversi progetti alle Biennali di Venezia del 2022 e del 2011 e, all’interno del Padiglione Nazionale delle Maldive, nel 2013. Ha tenuto mostre personali in musei come MA*GA Gallarate, ZKM Karlsruhe, MAC Lissone, Galleria Civica di Trento – Mart e presso Mart museo d’arte moderna e contemporanea. Nel 2023, la capitale egiziana lo ha visto in veste di artista e curatore di una sezione della Off Cairo Biennale presso la Cittadella di Saladino e nel 2024 ha partecipato a NOOR Riyadh.
Alessandro Castiglioni è conservatore senior e vicedirettore presso il Museo MA*GA di Gallarate. Insegna Linguaggi Multimediali presso Istituto Marangoni, Milano. Le sue ricerche dedicate al rapporto tra geografia e fotografia lo hanno portato a curare mostre e progetti di ricerca in istituzioni quali BJCEM – Biennale des jeunes créateurs de L’Europe e de la Méditerranée per cui ha diretto insieme a Simone Frangi la XIX Biennale del mediterraneo e il programma di ricerca An Natural Oasis?. Ha inoltre collaborato con istituzioni quali: Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia; il Museo di Villa Croce a Genova; l’Istituto Italiano di Cultura di Londra; la National Gallery of Iceland, la Galleria Nazionale San Marino. Ha aperto, con Rita Canarezza e Pier Paolo Coro, il primo spazio per l’arte contemporanea di Gibilterra. Con Emma Zanella ha co-curato il Padiglione San Marino alla 58ª Biennale di Venezia.
Art D’Égypte, fondata dalla curatrice franco-egiziana Nadine Abdel Ghaffar, è una piattaforma culturale multidisciplinare che sostiene le arti e il patrimonio d’Egitto. È diventata un soggetto di primo piano nella scena culturale egiziana contemporanea, nota per la sua mostra annuale di punta che si tiene in luoghi storici con l’obiettivo di creare un ponte tra il passato dell’Egitto e l’arte contemporanea. Tra le mostre più rilevanti si annoverano Eternal Light (2017), Nothing Vanishes, Everything Transforms (2018), Reimagined Narratives (2019) e Forever Is Now (2021–2024), la cui quinta edizione è prevista per il 2025. Dal 2019, Art D’Égypte si è espansa a livello internazionale, promuovendo artisti egiziani nelle fiere d’arte globali, organizzando mostre all’estero e lanciando podcast e cicli di conferenze. La sua missione è preservare il patrimonio egiziano, valorizzare l’arte egiziana moderna e contemporanea a livello globale e promuovere la sostenibilità e l’impegno della comunità. L’organizzazione opera sotto il patrocinio dell’UNESCO, sottolineando l’inclusività e la tutela culturale.
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GEOGRAPHY AND MYSTERY
Marina Ballo Charmet and Stefano Cagol
1 – 20 September 2025
Graeco-Roman Museum, Alexandria, Egypt
The Italian Cultural Institute in Cairo, with the support of the Directorate General for Contemporary Creativity of the Italian Ministry of Culture and in collaboration with Art d’Égypte present Geography and Mystery, an exhibition curated by Alessandro Castiglioni and hosted at the Graeco-Roman Museum in Alexandria. The exhibition is dedicated to the photographic work of Marina Ballo Charmet and Stefano Cagol.
The exhibition is part of the second edition of Tales of Two Cities project, a cultural dialogue initiative that included a screening program held at the MA*GA Museum in Gallarate, Italy, in July 2025.
The project, developed following a research phase carried out in Italy and at the Bibliotheca Alexandrina in Egypt, places two key figures of contemporary Italian photography—Marina Ballo Charmet and Stefano Cagol—in dialogue with physical geography, the traces of the past, and archaeological discoveries that link the history and future of the Mediterranean. The setting is a major museum institution, founded in 1891 by the Italian Egyptologist Giuseppe Botti, devoted entirely to Mediterranean dialogue and to Alexandria’s role as a crucial crossroads of the Greek and later Roman worlds, culminating in the rise of Coptic Christianity. Drawing from this unique historical context, the exhibition presents photography as a medium that bridges time and interweaves historical questions with environmental and climatic dynamics.
As curator Alessandro Castiglioni notes:
“A distinctive feature of the work of Ballo and Cagol is their ability to investigate places—their history, identity, and nature. This project stems from that consideration, expanding into a broader geographic analysis. In our present time, geographic sciences and practices take on an entirely new significance. It’s not merely a matter of representation and documentation: geographic practice becomes an act of awareness, of knowledge—it is a gesture of discovery and of love. We are not speaking of a positivistic, assertive geography, but rather of a project that explores the boundaries of knowing and unknowing. A sense of wonder before history, nature, the visible and the invisible. Hence the title Geography and Mystery.”
The exhibition, promoted by The Italian Cultural Institute in Cairo, is made possible through the support of the Directorate General for Contemporary Creativity of the Italian Ministry of Culture, as part of the public initiative for the Promotion of Italian Contemporary Photography Abroad and it is organized with the collaboration of the Honorary Consulate of Italy in Alexandria, Egypt.
Biographies
Marina Ballo Charmet is one of the most significant living Italian photographers. After earning a degree in philosophy, she specialized in child psychology and psychoanalysis and worked as a psychotherapist in her lifelong home city of Milan. Since the mid-1980s, she has focused on photographic and artistic research. Her favored subject is the everyday—the “always seen,” which she defines as “the background noise of our minds.” Her approach is marked by perceptual mobility and off-focus perspectives—lateral or from below—reminiscent of a child’s point of view. This results in a fluctuating vision, a peripheral perception tied to our preconscious. Her work has been exhibited in institutions such as Castello Sforzesco in Milan, Museo degli Innocenti in Florence, Bevilacqua La Masa Foundation in Venice, La Triennale di Milano, Storefront for Art and Architecture in New York, MAXXI in Rome, CCCB in Barcelona, Fotomuseum Winterthur, and the Canadian Center for Architecture in Montreal. She took part in the 12th Venice Architecture Biennale (2010) and the 47th Venice Art Biennale (1997). She is currently represented by Galleria Il Ponte in Florence.
Stefano Cagol is an artist, researcher, and curator. His work is characterized by long-term investigations in which travel, performative practices, and photographic and video languages contribute to geopolitical narratives of places and experiences. Throughout his career, across artworks, research projects, and exhibitions, he has explored movement, politics, and the meaning of physical and political geography—addressing issues such as borders, energy, water, and the broader relationship between nature and culture. He has collaborated with artists, curators, and theorists such as Jan Hoet, Veit Loers, and Timothy Morton. He has curated research projects for institutions like MUSE (Science Museum) in Trento and serves as artistic director of Castel Belasi, a center for ecological thought in the Alps. He is a recipient of the Italian Council grant and awards such as the Visit Prize by E.on Stiftung and the Terna Prize. He has participated in several Venice Biennales: in 2022 and 2011, and in 2013 as part of the Maldives National Pavilion. His solo exhibitions include shows at institutions such as MA*GA Gallarate, ZKM Karlsruhe, MAC Lissone, and the Civic Gallery of Trento – Mart. n 2023, the Egyptian capital saw him as both an artist and curator of a section of the Off Cairo Biennale at the Citadel of Saladin, and in 2024 he participated in NOOR Riyadh.
Alessandro Castiglioni is Senior Curator and Deputy Director at the MA*GA Museum in Gallarate. He teaches Multimedia Languages at Istituto Marangoni in Milan. His research into the relationship between geography and photography has led him to curate exhibitions and research projects for institutions such as BJCEM – Biennale des jeunes créateurs de l’Europe et de la Méditerranée, for which he co-directed the XIX Biennale of the Mediterranean and the research platform A Natural Oasis? He has also collaborated with Ca’ Pesaro – International Gallery of Modern Art in Venice, Villa Croce Museum in Genoa, the Italian Cultural Institute in London, the National Gallery of Iceland, and the National Gallery of San Marino. Together with Rita Canarezza and Pier Paolo Coro, he established the first contemporary art space in Gibraltar. Alongside Emma Zanella, he co-curated the San Marino Pavilion at the 58th Venice Biennale.
Art D’Égypte, founded by French-Egyptian curator Nadine Abdel Ghaffar, is a multidisciplinary cultural platform that supports Egyptian arts and heritage. It has become a major player in Egypt’s cultural scene, known for its flagship annual exhibition held at historic locations to bridge Egypt’s past with contemporary art. Notable exhibitions include Eternal Light (2017), Nothing Vanishes, Everything Transforms (2018), Reimagined Narratives (2019), and Forever Is Now (2021–2024), with the 5th edition set for 2025. Since 2019, Art D’Égypte has expanded internationally, showcasing Egyptian artists at global art fairs, organizing exhibitions abroad, and launching podcasts and lecture series. Its mission is to preserve Egyptian heritage, elevate modern and contemporary Egyptian art globally, and foster sustainability and community engagement. The organization operates under UNESCO patronage, emphasizing inclusivity and cultural preservation.